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Mancata esecuzione dolosa di sanzioni pecuniarie – Il soggetto che, per evitare l’attuazione di una sanzione o di una contravvenzione amministrativa pecuniaria commette, sui propri o sui beni altrui, azioni di simulazione o fraudolente, o compie per il medesimo fine altre azioni fraudolente, è soggetto, nel caso in cui non tenga presente le scadenze di pagamento previste nella disposizione, all’arresto da sei mesi a tre anni .

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Articolo immesso dalla L. 24 novembre 1981, n. 689. 389 - Inosservanza di pene accessorie – Il soggetto che, riportando una pena, da cui deriva una condanna accessoria, viola i doveri che ineriscono siffatta condanna, è soggetto all’arresto da due a sei mesi. Medesima condanna viene applicata per il soggetto che viola gli obblighi connessi ad una condanna accessoria applicata in maniera provvisoria .

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Articolo così rimpiazzato dalla L. 24 novembre 1981, n. 689. 390 - Procurata inosservanza di pena – Il soggetto che, fuori dalle circostanze di concorso nell’illecito, agevola qualcuna nel sfuggire all’attuazione della condanna è soggetto all’arresto da tre mesi a cinque anni se si tratta di soggetto condannato per delitto, e alla sanzione da lire centomila a due milioni se si tratta di soggetto condannato per contravvenzione.

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Vengono attuate le prescrizioni del terzo capoverso dell'articolo 386. 391 Procurata inosservanza di misure di sicurezza – Il soggetto che facilita l’evasione di una persona in stato di detenzione, ossia provvede a nascondere l'evaso o tuttavia agevola la sua sottrazione nei confronti dell'giudice, è soggetto all’arresto fino a due anni.

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Vengono attuate le prescrizioni del terzo capoverso dell'articolo 386.

Se l'evasione si determina per colpevolezza di chi, in merito alle proprie funzioni d’ufficio, possiede la custodia, pure momentanea, del soggetto sotto sicurezza, il responsabile è soggetto alla sanzione fino a lire quattrocentomila. Viene attuata la prescrizione del capoverso dell'articolo

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DELLA TUTELA ARBITRARIA DELLE PRIVATE RAGIONI

Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con atti violenti sulle cose – Il soggetto che, con lo scopo di esercitare la pretesa di un proprio diritto, con la possibilità di fare ricorso al giudice, esercita in maniera arbitraria le proprie ragioni con atti violenti sulle cose, è soggetto tramite querela della persona offesa alla sanzione fino a lire un milione.

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Alle conseguenze della legge penale, si ha "violenza sulle cose", quando la cosa viene distrutta o alterata, in maniera tale da mutarne il suo utilizzo. Si ha inoltre, violenza sulle cose quando un sistema informatico viene modificato, alterato o soppresso totalmente o parzialmente ossia ne viene impedita la sua funzione .

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Comma immesso dall'art. 1, L. 23 dicembre 1993, n. 547. 393 - Esercizio arbitrario delle proprie ragioni con atti violenti alle persone – Il soggetto che, secondo le prescrizioni dell'articolo antecedente, e potendo fare ricorso al giudice, esercita in maniera arbitraria le proprie ragioni con atti violenti sulle persone, è soggetto all’arresto fino a un anno.

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Se l’evento è compiuto pure con atti violenti sulle cose, all’arresto si aggiunge la sanzione fino a lire quattrocentomila. Si prevede un aumento della condanna se la violenza o la minaccia ai soggetti è compiuta con l’utilizzo di armi.

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Sfida a duello – Il soggetto che sfida altre persone a duello, pure se la sfida non è accettata, è soggetto, se il duello non si verifica, alla sanzione da lire quarantamila a quattrocentomila. La medesima condanna viene applicata a chi accoglie la sfida, sempre che il duello non si verifichi.

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