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Uccisione o danno di animali altrui – Il soggetto che senza averne alcun bisogno uccide o rende inutilizzabili o tuttavia danneggia animali di proprietà altrui è sottoposto, tramite querela del soggetto offeso, all’arresto fino a un anno o alla sanzione fino a lire seicentomila.
Si applica l’arresto da sei mesi a quattro anni, e si prosegue d'ufficio, se il reato è compiuto su tre o più capi di bestiame in gregge o in mandria, ossia su bovini o equini, pure non in mandria. Non può essere punito chi compie il reato su volatili presenti nei terreni di propria proprietà e nel momento in cui gli cagionano danno.
Deturpamento e imbrattamento di cose altrui – Il soggetto che, al di fuori delle circostanze previste dall'articolo 635, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui è sottoposto, tramite querela del soggetto offeso, alla sanzione fino a lire duecentomila.
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Circostanze di esclusione dalla procedibilità tramite querela – Nelle ipotesi previste negli articoli 631, 632, 633 e 636 si prosegue d'ufficio se si tratta di acque, terreni, fondi, o strutture pubbliche o di utilizzo pubblico . 1) Articolo immesso dalla L. 24 novembre 1981, n. 689.
DEI DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO MEDIANTE FRODE
Truffa – Il soggetto che, con artifici o inganni, conducendo qualcuno in errore, assicura per se stesso o per altri un ingiusto guadagno recando danno altrui, è sottoposto all’arresto da sei mesi a tre anni e alla sanzione da lire centomila a due milioni. Si applica l’arresto da uno a cinque anni e la sanzione da lire seicentomila a tre milioni: 1) se il reato è compiuto contro lo Stato o altro istituto pubblico o con la pretesa di esonerare qualcuno dalla leva militare; se il reato è compiuto incutendo nel soggetto offeso la paura di un pericolo immaginario o la sbagliata convinzione di dover portare a termine un ordine dell'Autorità.
Il reato può essere punito tramite querela del soggetto offeso, a meno che non si presenti una delle ipotesi prescritte dal capoverso antecedente o un'altra condizione aggravante . Comma immesso dalla L. 24 novembre 1981, n. 689.
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Truffa aggravata per l’ottenimento di forniture pubbliche – Si applica l’arresto da uno a sei anni e si prosegue d'ufficio se il reato di cui all'articolo 640 inerisce contributi, finanziamenti, mutui agevolati ossia altre prestazioni della medesima tipologia, tuttavia fornite ed emesse da parte dello Stato, di altri istituti pubblici o delle Comunità europee . Articolo immesso dalla L. 19 marzo 1990, n. 55.
Frode informatica – Il soggetto che, modificando in qualunque modo le funzioni di un programma informatico o telematico o interferendo senza alcun diritto con qualunque strumento su dati, notizie o informazioni presenti in un programma informatico o telematico o ad esso relativi, assicura per se stesso o per altri un ingiusto guadagno recando danno altrui, è sottoposto all’arresto da sei mesi a tre anni e alla sanzione da lire centomila a due milioni. Si applica l’arresto da uno a cinque anni e la sanzione da lire seicentomila a tre milioni se si presenta una delle ipotesi prescritte dal numero 1) del secondo comma dell'articolo 640, ossia se il reato è compiuto abusando del ruolo di operatore informatico.
Il reato può essere punito tramite querela del soggetto offeso, a meno che non si presenti una delle ipotesi di cui al secondo comma o un'altra condizione aggravante . Articolo immesso dall'art. 10, L. 23 dicembre 1993, n. 547.
Insolvenza fraudolenta – Il soggetto che, occultando la propria condizione d'insolvenza, contrae un obbligo con l’intenzione di non assolverlo è sottoposto, tramite querela del soggetto offeso, nel caso in cui l’obbligo non venga assolto, all’arresto fino a due anni o alla sanzione fino a lire un milione. L'assolvimento dell’obbligo conseguito prima della sentenza di condanna determina l’estinzione del reato.
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Fraudolenta distruzione della cosa propria e mutilazione fraudolenta della propria persona – Il soggetto che, allo scopo di ottenere per se stesso o per altri la somma di un'assicurazione contro incidenti, danneggia, aliena, distrugge o nasconde oggetti in proprio possesso è sottoposto all’arresto da sei mesi a tre anni e alla sanzione fino a lire due milioni.
Alla medesima condanna è soggetto chi, per il suddetto scopo, causa a se stesso una ferita personale, o cerca di aggravare gli effetti della ferita personale cagionata dall’incidente. Se il responsabile arriva a mettere in pratica il proprio intento, la condanna prevede un aumento. Le prescrizioni del suddetto articolo vengono applicate pure se il reato viene compiuto all’estero, cagionando danno ad un’assicurazione italiana, che espleta le proprie attività nel territorio Statale; ma il reato può essere punito tramite querela del soggetto offeso.
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Circonvenzione di persone incapaci – Il soggetto che, per garantire a se stesso o ad altri un guadagno, con abuso delle necessità, delle passioni o della inesperienza di un minorenne, ossia con abuso della condizione d'infermità mentale di una persona, pure se non interdetta o inabilitata, la obbliga a commettere un’azione, che implichi una qualunque conseguenza giuridica che cagiona danno per lei o per altri, è sottoposto all’arresto da due a sei anni e alla sanzione da lire quattrocentomila a quattro milioni.
Usura – Il soggetto che, al di fuori delle ipotesi prescritte dall'articolo 643, si fa concedere o assicurare, sotto qualunque modalità, per se stesso o per altri, una somma di denaro o di altra utilità, interessi o altri benefici di tipo usurario, è sottoposto all’arresto da uno a sei anni e alla sanzione da lire sei milioni a lire trenta milioni.
Alla medesima condanna è soggetto chi, fuori dalla circostanza di concorso nel reato prescritto dal primo comma, consegna a qualcuno del denaro o altro beneficio facendosi concedere o assicurare, per se stesso o per altri, per l’attività di mediazione, un corrispettivo usurario. La legislazione prevede il limite oltre cui gli interessi sono sempre di tipo usurario.
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Sono inoltre ritenuti usurari gli interessi, pure se minori a siffatto limite, e gli altri benefici o guadagni che, tenuto presente le effettive modalità del fatto e il tasso medio utilizzato per interventi analoghi, si presentano tuttavia sproporzionati rispetto alla somma di denaro o altro beneficio, ossia all’attività di mediazione, quando chi li ha concessi o garantiti versa in circostanza economiche o finanziarie molto difficili.
Per determinare il tasso di interesse usurario si considerano le commissioni, le remunerazioni a qualunque titolo e l’erogazione delle spese, tranne quelle per imposte e tasse, connesse alla fornitura del credito.
Le condanne per i reati di cui al primo e secondo comma prevedono un aumento da un terzo alla metà: 1) se il responsabile ha operato nell’espletamento di una professione bancaria o di mediazione finanziaria mobiliare; se il responsabile ha chiesto come garanzia partecipazioni o quote societarie o impresarie o proprietà immobiliari; 3) se il reato è compiuto contro soggetti che versano in condizioni di bisogno; 4) se il reato è compiuto contro chi esercita un’attività imprenditoriale, professionale o artigianale; 5) se il reato è compiuto da soggetto sotto procedura definitiva alla misura preventiva della custodia speciale nel corso del periodo prescritto di attuazione e fino a tre anni dal momento in cui è terminata l’attuazione.
In ipotesi di condanna, o di attuazione di pena in merito all’articolo 444 del codice di procedura penale, per uno dei reati di cui al presente articolo, è sempre disposto il sequestro dei beni che rappresentano somma o guadagno dell’illecito ossia di somme di denaro, beni e altri benefici di cui il responsabile dispone anche tramite mediazione di un altro soggetto per una somma pari al valore degli interessi o degli altri benefici o corrispettivi usurari, eccetto i diritti del soggetto offeso dall’illecito alle riconsegne e al risarcimento dei danni.
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